Esecuzione penale esterna: inserimento lavorativo nel Meridione

Riportiamo l’articolo del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità.

E’ stato siglato al Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità del ministero della Giustizia il contratto per l’avvio del Pon legalità FESR/FSE 2014-2020Innovazione Sociale dei Servizi per il reinserimento delle persone in uscita dai circuiti penali”. La firma è stata apposta dal Direttore Generale per l’esecuzione penale esterna e di messa alla prova, Lucia Castellano e dall’Amministratore Unico dell’E.I.T.D. s.c.a.r.l, Paolo Lanzilli.

Il progetto intende costituire e rafforzare le reti territoriali dei servizi di inclusione sociale, con riferimento a particolari categorie di soggetti a rischio di devianza ossia persone, in carico agli Uffici di Esecuzione penale esterna, in fase di uscita o usciti dai circuiti penali nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

L’iniziativa progettuale intende favorire la costituzione e il rafforzamento della rete degli enti che a livello locale contribuiscono alla realizzazione dei percorsi di inclusione sociale. Il progetto intende favorire formule di accoglienza, mettere in risalto le competenze per orientare le scelte adottate dai destinatari del progetto. Previsto l’inserimento di duecento persone in tirocini di orientamento e inserimento lavorativo, propedeutici alla stabilizzazione occupazionale.

Comunicato Stampa Garante Nazionale, 26 Aprile 2020

Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale

Roma, 26 aprile 2020 – Notizie false e gonfiate, con dati disomogenei sommati tra loro in maniera da rappresentare una situazione di allarme sulla diffusione del Covid-19 negli Istituti penitenziari che allo stato non c’è.
Il Garante nazionale smentisce i dati pubblicati oggi da un quotidiano nazionale secondo cui in alcune carceri ci sarebbero centinaia di persone detenute positive, intere ali di alcuni Istituti isolate e oltre 500 operatori della Polizia penitenziaria contagiati dal virus. I dati riportati, alcuni aggiornati a 20 giorni fa, mescolano le persone riscontrate positive al virus a coloro che sono in isolamento precauzionale: due situazioni ben differenti tra loro.
Il Garante nazionale condanna ogni tentativo di creare allarme, strillando numeri e dati senza fondamento, alimentando paura e preoccupazione tra chi vive e chi lavora in carcere e anche tra i familiari delle persone ristrette. Il dolore delle famiglie lontane e il timore per le informazioni fatte circolare che si sono riversate sul Garante nazionale ci spingono a fare nuovamente chiarezza, diffondendo i numeri reali, aggiornati e verificati della diffusione del Covid-19 negli Istituti penitenziari.
Questa la situazione aggiornata a oggi tra le 53.658 persone ristrette (e non 62.000 come riportato): le situazioni di positività che attualmente riguardano le persone detenute sono 138 su tutto il territorio nazionale, 13 delle quali sono ricoverate in ospedale. La loro diffusione non è geograficamente omogenea, ma si concentra in alcune regioni – che coincidono con quelle in cui è maggiormente estesa la pandemia, come il Piemonte, il Veneto e la Lombardia – e in alcuni specifici Istituti, come quelli di Torino e di Verona, in cui nelle settimane scorse si sono evidenziati alcuni focolai specifici. Tuttavia, da alcuni giorni i loro valori si sono stabilizzati. Sono, invece, dieci le regioni in cui non si registra alcun caso di positività (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia), oltre che nella Provincia autonoma di Bolzano.
Tra il personale penitenziario, i casi di positività si attestano attorno ai 230 nei 190 Istituti. Un numero alto, ma anch’esso stabilizzato da qualche tempo.
Naturalmente, ciò non deve far abbassare il livello di guardia. Al contrario, va mantenuta alta l’attenzione per tutelare tutti: chi vive in carcere, chi vi lavora, e la comunità esterna a cui le persone detenute torneranno una volta scontata la loro pena.
Il Garante nazionale prosegue nel suo compito di monitoraggio costante delle condizioni di tutela della salute in carcere e di rispetto dei diritti di tutti, in collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria, con la rete del Garanti territoriali e con le realtà del Terzo settore. Testimonianza del suo impegno di aggiornamento su tale situazione, in un’ottica di trasparenza, è il bollettino pubblicato ogni martedì e venerdì. Il Garante nazionale continua anche le sue visite ai luoghi di privazione della libertà, tanto più necessarie oggi, in una fase in cui tali luoghi sono maggiormente isolati.