PENSIERI E RIFLESSIONI DI ALCUNI VOLONTARI E INSEGNANTI PENITENZIARI AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Illustrazione di Davide Saraceno

Il progetto nasce dall’idea e dall’esigenza di comunicare e comunicarci il nostro stato
d’animo emotivo in un preciso momento storico, quello del Covid-19. Noi volontari ci siamo ritrovati come tanti altri a dover rinunciare a qualcosa. Questo qualcosa rappresenta un luogo ben preciso: nel nostro caso, una casa circondariale. Abbiamo sperimentato l’impotenza; vivere delle scelte non nostre ma per il bene comune. Fare la cosa giusta seppur questa cosa giusta si traduceva in una effettiva assenza fisica. Il dispiacere di non poter andare avanti con i progetti, ma la consapevolezza e la consolazione che torneremo in quei corridoi che per un certo verso sono un po’ casa nostra. Utilizzando la tecnologia, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo sentito il bisogno di raccontarci, ma non solo tra di noi; ci siamo chiesti come gli altri volontari di tutta Italia stava vivendo questo preciso momento, quali sentimenti condividevamo e come gli altri hanno gestito il lockdown. Così ci siamo guardati intorno e abbiamo iniziato a chiedere ai nostri contatti di scriverci cosa
stavano vivendo e di fare da ponte con altri volontari che non conosciamo, per condividere cosa il lockdown aveva suscitato in loro. Siamo rimasti sorpresi e pieni di gioia nel sapere che anche gli altri avevano la nostra stessa esigenza: quella di raccontarsi! Siamo stati molto grati nel ricevere queste testimonianze, frutto di un semplice passaparola tra persone che si conoscono e non. Questo ci conferma ancora una volta l’importanza di fare rete non solo tra noi a livello regionale, ma soprattutto a livello nazionale.

Buona lettura
LiberaMente Cosenza